ILARIA MAGNANI - Premessa
Quello tra letteratura e sport è un sodalizio antico, consolidato e fruttuoso. Nel mondo occidentale siamo soliti farlo risalire all’antica Grecia dove lo sport era una pratica diffusa che si esprimeva come esperienza eminentemente individuale, spesso dal respiro epico. Con il trascorrere del tempo, esso è andato di frequente trasformandosi in attività di gruppo, di squadra, in cui primeggia il motivo ludico, anche se spesso il gioco evolve in competizione e recupera un epos nuovo, risemantizzato e a volte distorto in cui s’incanalano e sublimano conflittualità di varia natura. D’altro canto, proprio pensando alla Grecia classica ci rendiamo conto di come lo sport abbia influenzato, assieme alla letteratura, molti e differenti campi della cultura come dimostra, per esempio, la vasta produzione statuaria greca e, successivamente, romana. Appare quindi restrittivo e inesatto parlare di letteratura e sport senza includere le varie altre aree dell’espressione artistico-culturale che, in tale relazione, assumono forme cangianti e in rapida evoluzione. Partendo da queste considerazioni, nei contributi qui riuniti si è cercato di delineare un panorama dell’ambivalenza e della poliedricità del tema.
Come mostrano i saggi, la tematica sportiva attraversa molteplici forme di espressione. Tra queste la più moderna e seguita è certo la cronaca televisiva (Manzoli), in dialogo con la più tradizionale produzione che fa capo alla scrittura: il romanzo, l’autobiografia (Emina), un giornalismo che spesso si colloca a cavallo tra la saggistica e la narrativa, la poesia ed i poeti sportivi (Luti), la canzone popolare (Zoppi) e, non ultima, la riflessione filosofica (Capuzza) con le sue declinazioni politiche e ideologiche (Morelli), senza scordare forme artistiche ed espressive diverse quali la fotografia (Patucchi) e il teatro (Fano). Anche la profondità storica e l’orizzonte geografico sono inaspettatamente vasti: muove dall’antichità classica alla contemporaneità, la prima, si estende ad includere tutto il panorama occidentale, il secondo. Inoltre anche l’iperonimo “sport” trova la sua necessaria definizione in una gamma di iponimi e se, come era prevedibile, il calcio (Russo, Buffoni) è il riferimento predominante, seguito dal ciclismo (Napoli, De Core), non mancano lo sci (Malinin) e l’alpinismo (Caperna), l’atletica (Patucchi) e il tennis (Magrelli).
La presenza in questo volume di voci dell’accademia e del giornalismo mostra la cesura tra le tipologie testuali che con maggiore frequenza parlano dello sport con scelte formali e stilistiche proprie, senza tuttavia che ciò ci porti a tralasciare i tanti scrittori che nell’Italia del secondo dopoguerra si sono dedicati al giornalismo sportivo e hanno fatto delle loro cronache un’opportunità per offrire una visione dettagliata e genuina del Paese. Nell’ottica di uno sguardo strutturante di tali diversità s’inquadra l’intento di tracciare un panorama delle forme della narrazione connessa allo sport rilevandone i contatti con la tradizione letteraria e i generi che hanno fatto la storia della letteratura e della cultura occidentale e, ancora, di abbozzare una categorizzazione delle forme letterarie che si riferiscono allo sport (Bottiglieri).
Dai saggi riuniti, infine, appare chiaro come il richiamo alle tematiche sportive abbia spesso valenza simbolica e metaforica, come i testi così caratteriz-zati siano portatori di un chiaro cronotopo e come tale produzione sia un mezzo che si presta a una rappresentazione/lettura di un momento storico, di una questione sociale, di un conflitto. Essa si offre, insomma, come una lente privile-giata per mettere a fuoco questioni apparentemente distanti dalla pratica o dall’agone sportivo. Alcuni sport infatti, nel passato come nella contemporaneità, hanno portato in sé l’eccezionalità catalizzatrice propria dell’evento di massa al punto di essere gravati di funzioni propagandistiche. È allora la letteratura che tematizza tali eventi a mostrarne l’uso strumentale (Magnani) o a farne il nucleo di un riscatto collettivo (Di Francesco).
Il numero si presenta quindi come un ventaglio di riflessioni e analisi per esplorare il multiforme universo in cui le forme espressive guardano allo sport, ne parlano, lo rappresentano.
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