MARIA TERESA GIAVERI - Premessa
C’aisi vauc entrebescant
los motz e?l so afinant:
lengu’entrebescada
es en la baizada.
Così Bernart Marti, uno dei cinquecento trovatori che «en deux siècles et demi, inventent pour l’Occident l’amour et la poésie» , descrive la tessitura di parole e suoni di cui vive la sua canzone: sceglie e affina la materia, quasi filando un filo sottile da intrecciare sapientemente fino a farne tessuto (cioè, letteralmente, “testo”); ma poi le metafore si intersecano, e il gesto del poeta/tessitore si traduce in atto intimo di tensione amorosa: «lingue intrecciate come nel bacio».
Le analogie che sottendono questo splendido explicit potrebbero presiedere tutta la tradizione poetica di cui siamo i fortunati fruitori: innanzitutto quel rapporto fra «los motz e?l so» (quello che un grande poeta del Novecento indicava come una «lunga esitazione fra suono e senso») trova la sua immagine principe nell’arte di tessere una trama. Ed a giusto titolo la rivista letteraria fondata nel 2000 da uno studioso-poeta, Franco Buffoni, aveva scelto come titolo TRAME; titolo e progetto editoriale che vengono oggi ripresi, dopo una lunga interruzione, per iniziativa della sede accademica dove avevano avuto origine.
TRAME è, dunque, innanzitutto quell’intrecciare parole, facendone testo poetico, che per due volte Bernard Marti evoca con un verbo specifico («entrebescant los motz […] lengu’entrebescada»); e alla poesia la rivista TRAME riserva di fatto molte pagine, fra cui lo spazio di una rubrica, poiein, il cui nome stesso indica il “fare” del poeta. Se l’origine della scrittura poetica è, infatti, oscura, a volte paradossale, a volte prodigiosa (un «corto circuito», dice Andrea Zanzotto; un «dono gratuito degli dei», scrive Paul Valéry), il proseguire di verso in verso è arte e fatica, ricerca e invenzione, poiein pienamente consapevole eppure sensibile a quell’alea che può condurre le parole a nuova vita e la visione del mondo a una più profonda e sovente inattesa consapevolezza.
Pur se un’attenzione particolare è riservata alla poesia, nella rivista vengono naturalmente offerti tutti i generi letterari a cui si applica l’investigazione del critico: i numeri di TRAME si aprono con saggi autorevoli su temi fondamentali, mentre un’ampia sezione propone studi coordinati su uno specifico soggetto (in questo caso, i frutti di un convegno, Natura selvaggia, tenutosi appunto nell’Ateneo cassinate); seguono presentazioni di iniziative culturali e di attività letterarie compiute o in progress, in un rapporto ideale con il “Laboratorio di Tecnologia, Narrativa e Analisi del Linguaggio” da cui, all’Università di Cassino, è rinato il periodico.
Lingua
Accanto all’entrebescar, un’altra parola del cantore occitanico attira l’attenzione, conducendo dal gesto del tessitore alla voce dello scrittore: «lengua». È la lingua che guida il poeta, ha scritto Josif Brodskij: quella lingua il cui “nome da ragazza” è appunto “la Musa” e il cui «registro si alza, si fa sempre più alto, diventando fine a se stesso, come se la lingua fosse il propellente che trasporta […] là donde la voce è venuta, dove in principio era una parola o un suono discernibile».
Aperta a contributi che pervengano nelle principali lingue europee, TRAME ha però confermato la scelta identitaria delle sue origini e, in controtendenza con le sciagurate imposizioni di certa burocrazia universitaria, si presenta orgogliosamente nella lingua che si è formata e ha formato nei secoli la cultura – letteraria e storica, scientifica e giuridica – di cui vive il nostro Paese e la nostra personale identità: l’italiano. È dalla passione per la propria lingua che nasce la curiosità, la fascinazione, la competenza nelle lingue altre; ed è un vanto della nostra storia che il primo Ministro della Pubblica Istruzione di un’Italia che si stava riunificando, Francesco De Sanctis, sia stato a un tempo l’autore della più bella Storia della Letteratura di respiro nazionale e il primo docente di Letteratura Comparata.
Ben sappiamo che, mentre si formavano gli stati nazionali, i grandi poeti europei tramavano legami fra le culture, auspicando una Weltliteratur in cui si esaltasse lo spirito cosmopolita dell’arte; oggi, dopo il secolo dei nazionalismi (ancora in agguato, sovente in forme folcloristico-tribali), la Letteratura Comparata può offrire una visione del mondo che sottenda culturalmente quella rete di rapporti internazionali che ormai unifica tutte le sfere dell’attività umana.
Come nel bacio
Eros e poesia si intrecciano indissolubilmente nella rinascita letteraria che, con i primi secoli del millennio, fa rifiorire in nuove lingue le varie aree in cui si è franto l’Impero Romano – spingendosi anche più in là, verso le terre germaniche e slave. L’immagine che sigilla la canzone di Bernart Marti non solo fa della scrittura una “gaia scienza”, ma del piacere intellettuale un ospite privilegiato nel mondo dei sensi e dei sentimenti: ed è un piacere che può unire nel gioco dell’intelligenza autore e lettore, critico, studente neofita e specialista accademico. Una rivista di Letteratura Comparata che nasce – o rinasce – è appunto uno strumento per condividere tale piacere, aprendo spiragli di novità, confermando percorsi di metodo, suscitando dubbi ed entusiasmi. L’area vasta in cui l’attuale comparatistica esercita la sua attività (fra lingue e letterature diverse, ma anche fra diversi linguaggi, e in particolare seguendo le traduzioni di opere da lingua a lingua e da linguaggio in linguaggio) è particolarmente feconda per stimolare e favorire tali esperienze.
Questo vorremmo fosse TRAME, occasione di conoscenza – cioè di riflessione critica e di godimento intellettuale.
Ricordiamo come, in apertura del testo in cui ci svelerà con lucidità impietosa La Natura delle Cose – materialistica e impercettibile – e la vanità di ogni speranza trascendente, Lucrezio sciolga un inno mirabilmente sensuale a quella «Æneadum genetrix, hominum divumque voluptas» grazie a cui la terra fiorisce, sorridono i mari e brilla sereno il cielo. Un eros trionfale domina il famosissimo incipit da cui – esametro dopo esametro – si dipartono le crude analisi della condizione umana; un intimo gesto erotico chiude il poco noto explicit del poco noto poeta provenzale: TRAME si situa idealmente nel tessuto di parole e di pensiero che li collega attraverso i tempi e le lingue. Di testo in testo, da un’analisi critica a una pagina di poesia, da una recensione a una segnalazione, la rivista si propone di offrire occasioni in cui lo stimolo di una ricerca o la soddisfazione di una scoperta si facciano sollecitazione intellettuale e piacere condiviso: «lengu’entrebescada /es en la baizada».
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