Il 13 dicembre 1250 sul letto di morte l'imperatore Federico Il redige il suo secondo e ultimo testamento.
Nel pieno delle sue facoltà, il nipote del Barbarossa stabilisce la linea di successione al trono del Regno di Sicilia: Corrado, Enrico e infine Manfredi. Quest'ultimo viene nominato reggente fino all'arrivo di suo fratello ma, per una serie di eventi imprevisti, sarà proprio lui ad essere incoronato re nella Cattedrale di Palermo in un'afosa giornata dell'agosto del 1258.
Incomincia così quella che sembra l'irresistibile ascesa di Manfredi, figlio naturale legittimato del grande imperatore.
Da subito si scontra con i difficili equilibri interni al Regno e con l'astio papale nel vedere un Hohenstaufen sedere sul trono di Sicilia. Tenta la via della mediazione con la Chiesa e si getta a capofitto in un'ambiziosa politica mediterranea.
Semplice epigono del padre oppure no? Una tela di alleanze tessute sapientemente, una personalità forte, una grande capacità diplomatica e un forte carisma: tutte caratteristiche che faranno di lui il nobile e sventurato eroe dantesco.
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