L’industria del falso non conosce limitazioni, riguarda tutte le categorie merceologiche, nessuna esclusa, dai giocattoli ai farmaci, dai pezzi di ricambio alle sigarette, dai prodotti alimentari alle armi, etc.
Le rotte dell’impero del falso possono essere tracciate su un mappamondo, uniscono l’Asia all’Europa, l’America all’Africa. Le reti della contraffazione sono transnazionali e si intrecciano con quelle dei traffici di droga, di armi e di esseri umani. I singoli componenti vengono prodotti in un continente, assemblati in un altro, commercializzati in un altro ancora ed i guadagni, riciclati in uno dei tanti paradisi bancari, alimentano la criminalità organizzata che li investe in altri business illeciti, tra i quali compaiono anche il terrorismo internazionale e la tratta di esseri umani; appare difficile intravedere questi scenari dietro la bancarella improvvisata di un immigrato, spesso clandestino, che di fatto rappresenta l’ultimo anello, quello più debole, di una catena che arriva sino ai boss della mafia globalizzata, passando attraverso i trafficanti di esseri umani, la corruzione, il riciclaggio, i paradisi bancari e fiscali.
Ci troviamo, di fatto, di fronte ad un potere criminale che diventa un sistema economico moltiplicatore di profitti, in grado di movimentare cifre imponenti, in linea con precise strategie criminali transnazionali.
Di fronte ai “cartelli” dell’economia illegale, paragonabili per dimensioni, viste le cifre in causa, al narcotraffico internazionale, il prezzo della contraffazione lo pagano tutti i cittadini, in specie i giovani senza sbocco lavorativo in un mercato dove fabbriche, imprese, attività commerciali sono e saranno sempre più costrette a chiudere a causa della concorrenza sleale attuata da criminali senza scrupoli che dispongono di enormi disponibilità finanziarie di illecita provenienza.
I danni per l’economia legale in termini di imprese e posti di lavoro persi non sono infatti assorbiti dall’indotto della produzione illegale, basata sullo sfruttamento dei lavoratori, sull’utilizzo di materiali non verificati e spesso pericolosi per la salute, su processi produttivi che non hanno minima considerazione per la tutela ambientale e sulla totale mancanza di rispetto delle regole del mercato, della concorrenza e fiscali.
La lotta alla contraffazione, tra inadeguatezza del sistema penale ed assenza di significative scelte di politica criminale, rappresenta un importante tema di riflessione nella formazione di ogni professionista legale attivo nella comunità internazionale; in chiave di sistema l’Ordine degli Avvocati di Roma è impegnato in sede scientifica per lo studio di un possibile riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata dedita alla contraffazione in attività di promozione della proprietà intellettuale e sviluppo economico. |