Montesquieu scriveva che “coloro che sono dotati di un genio abbastanza grande, da dare delle leggi alla loro Nazione, devono prestare particolare attenzione alla maniera di formarle: devono essere semplici e non devono essere affatto sottili”, in quanto le leggi sono un esercizio di logica.
Il codice della crisi e dell'insolvenza avrebbe dovuto costituire il risultato di una analisi obiettiva dei lati positivi e negativi del quadro normativo vigente che il legislatore aveva inteso organizzare allo scopo di eliminare la mancanza di collegamento tra normative relative a settori diversi.
Lo stato di difficoltà economico-finanziario, ovvero la probabile insolvenza, non può più essere ignorato, soprattutto in ragione delle conseguenze discendenti dalla emergenza epidemiologica, per l’assoluta necessità che la legislazione sia indirizzata alla individuazione di misure volte a conservare l’impresa, come mezzo o sede di esercizio del diritto del lavoro e di connesse forme di espressione della personalità del lavoratore, e quindi l’occupazione, attraverso adeguati mezzi di sostegno del reddito, nel momento in cui la crisi, tradizionalmente avvertita come crisi di solvibilità e sopravvivenza, in relazione alla funzione lucrativa, tuttavia, viene inevitabilmente vissuta, nel contesto sociale e politico, come crisi di occupazione.
Il diritto della crisi di impresa, ai tempi del coronavirus, ha inciso sulla necessità di dare una interpretazione coerente della disciplina diretta a permettere all’imprenditore di affrontare le difficoltà e realizzare, in una fase estrema, quegli obiettivi di salvaguardia del tessuto produttivo, atteso il prevedibile crollo degli investimenti e delle risorse finanziarie che, auspicabilmente, dovranno essere destinate alle imprese in difficoltà.
Non vi è dubbio che il pendolo tra l’esigenza di tutela del debitore e protezione dei creditori, tipico della legislazione concorsuale, rende indispensabile la previsione di una protezione delle imprese in difficoltà per i possibili riflessi che si produrranno sullo stesso mercato delle imprese in crisi in una economia afflitta.
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Antonio Caiafa, Avvocato in Roma, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati, Docente titolare dell’insegnamento di Diritto delle procedure concorsuali, Università LUM Jean Monnet, Bari.
Autore di numerose monografie, tra le quali: Società, scioglimento e liquidazione; Azienda: i suoi mutamenti soggettivi nella crisi d’impresa; I rapporti di lavoro nella crisi d'impresa; Il trasferimento dell’azienda nell’impresa in crisi o insolvente; La legge fallimentare riformata e corretta; Curatore del Trattato Le procedure concorsuali tra economia e diritto; Il fallimento e le altre procedure concorsuali; Commentario alla legge fallimentare; Codice dell’udienza fallimentare; Il nuovo codice della crisi e dell’insolvenza dell’impresa.
Per la NEU ha pubblicato: “La legge fallimentare. Prime riflessioni su una riforma non annunciata” (2015), ed è stato il Responsabile Scientifico del “Commentario del nuovo codice deontologico forense” (2015) e “La Risoluzione delle crisi da sovraindebitamento” (2015). |