Nello svolgimento dell’attività professionale, il medico assume importanti responsabilità nei confronti dei pazienti, responsabilità da cui, talvolta, derivano ripercussioni professionali e personali. Ogni medico, infatti, quotidianamente rischia di valicare il confine (spesso assai tenue) tra procedura corretta ed errore, progresso e frode, guarigione e malattia, tra successo e insuccesso. A lungo si è manifestata la necessità di una specifica disciplina della responsabilità del medico a fronte di una giurisprudenza sempre più orientata alla tutela del paziente, che ha avuto, quale unico risultato, la c.d. medicina difensiva. Si è assistito così al proliferare di scelte terapeutiche operate non, come dovrebbe essere, nell’esclusivo interesse del paziente, ma piuttosto orientate da una spontanea (e forse comprensibile) reazione difensiva della classe medica. Questa prassi si è tradotta in condotte tendenzialmente omissive operate in situazioni di rischio o in trattamenti non necessari (oltre che inutilmente costosi per il servizio sanitario nazionale), se non in vista di una possibile strategia difensiva tesa ad escludere, appunto, la responsabilità dell’operatore sanitario.
Con l’art. 3 della c.d. legge Balduzzi, è stata introdotta una particolare disciplina della responsabilità del medico, con soluzioni di certo migliorabili ma concrete e specifiche.
La presente pubblicazione analizza la cornice normativa, all’interno della quale non soltanto i medici ma tutti coloro i quali svolgono una professione sanitaria si trovano a operare, ponendo particolare attenzione alle ricadute sia in termini di responsabilità giuridica del medico e della struttura sanitaria, sia in termini di costi sociali, come quelli, ritenuti ormai inevitabili, per le polizze assicurative. |
ROBERTA MENCARELLI
Nata a Senigallia (AN) nel 1983, si è laureata presso la Luiss Guido Carli e specializzata presso l’Università Sapienza di Roma. È avvocato dal 2011 ed esercita la professione con specializzazione in diritto penale tra le città di Roma ed Ancona.
È avvocato iscritto nelle liste dei difensori d’ufficio del Tribunale Penale, della Corte di Appello Penale, del Tribunale dei Minorenni e del Tribunale Militare presso il Distretto di Corte di Appello di Roma.
Collabora, come docente, al corso per la preparazione dei difensori di ufficio organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Roma.
Ha conseguito il Master di II livello in Criminologia Forense ed è membro dell’Accademia Italiana delle Scienze Criminologiche ed Investigative di Roma.
Collabora con la Rivista “Temi Romana” dell'Ordine degli Avvocati di Roma.
RITA TUCCILLO
Nata a Napoli nel 1984, si è laureata con lode presso l’università Luiss Guido Carli di Roma dove ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Diritto dell'Arbitrato Interno e Internazionale. È avvocato dal 2011 ed esercita la professione con specializzazioni in diritto civile tra le città di Roma e Napoli.
Ha partecipato al gruppo di ricerca su “l’atto pubblico notarile” costituito presso la Fondazione Italiana del Notariato di Roma (2009-2013), e collaborato con la cattedra di Nozioni giuridiche Fondamentali dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (2009-2014).
Dal 2014 collabora con il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’ASL Napoli 2 Nord, e dallo stesso anno è Cultore della materia in Diritto Privato presso la facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma. Suoi articoli sono presenti su “Rivista dell'arbitrato”, “Le Ricerche. I quaderni della Fondazione Italiana del Notariato” e “Temi Romana”.
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