Secondo uno studio condotto nel 2013 dall’allora Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, il valore medio delle opere secretate è stato indicativamente stimato in circa 170 milioni di euro. Analogamente, la spesa relativa al settore della difesa e della sicurezza nell’ambito dell’Unione Europea equivale a circa 170 miliardi di euro (1,7% del PIL), di cui circa 82 miliardi di euro per gli appalti pubblici in generale e 30 miliardi di euro destinati in particolare all’acquisizione di nuove attrezzature. Aldilà degli aspetti eminentemente economici, per nulla trascurabili, la disciplina dei contratti secretati costituisce, nell’ambito della Sicurezza Nazionale (o, come si suol dire dall’omonimo dipartimento governativo statunitense creato in risposta agli attentati dell’11 settembre 2001, della Homeland Security) uno dei tasselli del sistema di tutela degli interessi economici delle imprese di rilievo strategico o, comunque, gravitanti nel settore della Difesa. La disciplina fondamentale di questo istituto è stata posta nel periodo anteriore all’era repubblicana, da un lato con la legislazione a tutela del segreto militare e, dall’altro, con alcune disposizioni del codice civile con cui venivano regolati i rapporti tra lo Stato e gli enti pubblici con le imprese di interesse nazionale, disposizioni che hanno costituito l’embrione del successivo sistema di Golden Share-Golden Power. Dopo un lungo periodo nel corso del quale il quadro normativo di riferimento è rimasto fondamentalmente inalterato, due eventi legati tra loro, sia pure sotto il profilo cronologico, hanno reso necessario rivedere i rapporti con le imprese di rilievo strategico. Il primo è costituito dalla caduta del muro di Berlino del 1989, uno degli avvenimenti che ha portato alla riforma degli apparati di intelligence, a seguito della quale, per quello che interessa in questa sede, l’attività informativa delle Agenzie di informazione e sicurezza è stata estesa, oltre che alla tutela degli interessi politico-militari, anche alla protezione degli asset economici scientifici e industriali del nostro Paese. Il secondo evento ha riguardato, nel 1990, l’avvio del processo di privatizzazione, a seguito del quale si è sentita la necessità di introdurre i cc.dd. poteri speciali, a tutela degli interessi della collettività, per la protezione di quelle società che si occupano di gestire i settori di public utilities. Il presente lavoro può costituire un utile riferimento per i Security Manager e, più in generale, per gli addetti al sistema di protezione aziendale delle medie e grandi aziende, ma anche per i funzionari e i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, per orientarsi in una materia nella quale, alle competenze nel settore della contrattualistica pubblica, devono affiancarsi quelle in materia di tutela amministrativa delle informazioni classificate o comunque a tutela rafforzata perché oggetto di provvedimento di secretazione.
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