Leitmotiv nella lunga carriera di Alfred Andersch (1914-1980) è l’interesse mostrato nei confronti di ciò che è estraneo, inteso come modello culturale per la Germania, il cui sviluppo è stato limitato dalla dittatura e dal secondo conflitto mondiale. Nel corso di questa ricerca si è voluto rintracciare un rapporto di continuità tra le numerose esperienze all’estero, considerate come tappe successive attraverso cui matura una nuova concezione del viaggio: momento critico, di autoanalisi ed indagine. In particolare, si è individuata nei testi prodotti tra gli anni ’50 e ’60 la messa a punto di un preciso progetto artistico ed umano in cui il confronto con l’ambito anglosassone si configura per la Germania come occasione di rinascita umana e culturale: le isole britanniche sono per Andersch la patria dell’innovazione e allo stesso tempo luogo ideale di forme e contenuti della tradizione.
Sono stati per questo analizzati i feature, testi radiofonici in cui l’autore documenta gli aspetti più significativi della cultura e della società inglese; i saggi, dedicati alla riflessione sui limiti della società tedesca mediante il confronto con quella straniera, ed i racconti di ambientazione inglese, momento di sperimentazione di forme di scrittura maturate mediante il contatto con la letteratura anglosassone. Particolare attenzione è stata rivolta al romanzo Efraim (1967), in cui il modello anglosassone emerge in maniera più evidente nell’ambientazione, nella caratterizzazione del protagonista, nelle scelte formali e nel confronto del personaggio con i due spazi identitari, Germania e Inghilterra. |